Andrea Albertini

ovvero come *non* condividere PoV in rete

Il girone dantesco delle raccomandate.

Non mi riferisco a persone di sesso femminile che ricevono raccomandazioni da terze persone, ma delle belle buste che spesso contengono brutte notizie. Come capita più volte nel corso della vita di ogni italiano, mi sono trovato nella cassetta postale il terribile foglietto a forma di scontrino gentilmente rilasciato dall’addetto delle Poste Italiane.

Non so voi, ma quelle volte (fortunatamente poche) che mi è capitato, ho sentito salire un piccolo magone e il senso di colpa tipico di chi ha fatto una piccola marachella, anche se non sa bene cosa! Dopo una rapida analisi però, la marachella prende forma analizzando semplicemente chi è il mittente: Polizia Municipale, azz una multa, Comune di… mmm e via via con relative preoccupazioni.

Ma, alla fine, questi sentimenti lasciano spazio al fastidio di doversi recare all’ufficio postale.

Il Medioevo Digitale delle raccomandate

Il problema non è tanto recarsi all’ufficio postale ma tutto quello che ne consegue… magari è solo qua da me a Bolzano, ma non credo che esista un orario realmente buono per andare all’ufficio postale a ritirare una raccomandata senza stare almeno mezz’ora in coda. A rendere più amena la situazione in questo tempo di Covid-19, le code che una volta si comprimevano all’interno dell’ufficio postale come fosse un’espressione vivente di Snake, il primissimo e famosissmo giochino di Nokia che ha fatto impazzire una generazione intera, ora si sono spostate all’esterno. Enormi serpentoni che ricordano le file per il pane, nell’Unione Sovietica Staliniana, giusto perché il clima generale non è abbastanza tetro. E tutto questo per un’attività che dovrebbe consistere nel consegnare un foglietto e un documento per ritirare una busta, che spesso nemmeno contiene buone notizie…

Per carità, comprendo che potenziare l’infrastruttura per la distribuzione della corrispondenza cartacea è sicuramente costoso e magari poco sostenibile (anche se il bilancio di Poste Italiane dice diversamente), ma è giunto evidentemente il momento di cambiare qualcosa. Siamo nel 2021 e si chiede al privato cittadino di acquisire competenze e di lavorare in smart working, possiamo gestire riunioni online per discutere di ogni tipologia di argomento con persone di ogni parte del mondo, condividiamo idee e opinioni in tempo reale con potenziali platee di miliardi di persone e possiamo accedere a tutte le espressioni artistiche (audio, video e immagini) dal divano di casa. Però no, la raccomandata la devi andare a prendere alle poste, uscire di casa e recarti personalmente o trovare qualcuno che si immoli al posto tuo, previa compilazione della delega. Fare la fila in un posto generalmente affollato, aspettare per una mezz’ora, quando va bene e il tutto perché ti venga concessa la possibilità il più delle volte, di pagare un’infrazione…

In realtà, Poste Italiane ha già un servizio pronto (mi ci sono iscritto 5 secondi dopo averlo scoperto) ma mi pare di capire che ad oggi praticamente la Pubblica Amministrazione non ne faccia uso…

SPID, PEC ma le raccomandate?

Sono dotato di SPID, ho due caselle di PEC e mi sono iscritto al servizio sovraindicato di Poste Italiane e sono certo che sarò costretto per le prossime raccomandate a continuare a recarmi presso il mio caro ufficio postale di quartiere. Il medioevo digitale si vede anche da questi aspetti della nostra quotidianità.

Alla fine di tutto questo pippone però mi sorge una domanda che mi ricollega all’inizio del post. Ma perché se sono a casa il postino non mi suona il campanello e me la consegna direttamente a mano quella maledetta raccomandata invece di obbligarmi ad entrare in un girone dantesco? Perchéééééé???

Andrea

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