Andrea Albertini

ovvero come *non* condividere PoV in rete

“As a Service”… Ma chi ti conosce?

Cosa significa l’espressione “As a service” e chi la sta utilizzando.

Si parla di prodotti ma si scrive “come un servizio” e non è per creare confusione. È una modalità di cessione ormai abbastanza popolare di un prodotto come se fosse, appunto, un servizio – da qui il termine as-a-service o aaS. Questa modalità “commerciale” è ormai disponibile per larghe categorie di prodotti, partendo dai beni durevoli a quelli di consumo.

Proprio qualche giorno fa mi è capitato sott’occhio un video del buon Monty extraeuropeo, in cui raccontava brevemente la nuova trovata di ON, il famoso brand di scarpe da running di alta qualità. In pratica, le Cyclon, il modello con cui pare corra Monty, non sono acquistabili direttamente, ma è possibile averle solo pagando un canone. Presto spiegato lo slogan: “Ti presentiamo Cyclon. La scarpa da running che non sarà mai tua”, geniale!

Non solo running, fortunatamente… HP propone una soluzione a canone per non rimanere più senza inchiostro, dal nome di InstantInk. Ovviamente al passo anche la Nespresso, con la sua offerta in abbonamento di capsule, così come Illy e Lavazza. Mai più senza caffè che è davvero, per noi italiani, un bene essenziale, in casa e in ufficio. Meglio sicuramente di tutto sto running che io proprio non riesco a capire. Mentre Monty si mette le non-sue Cyclon io sono già al terzo caffè!

C’è poi il meraviglioso mondo dei videogames: basta un canone mensile per accedere ad una infinità di giochi sulla piattaforma preferita, come XBOX di Microsoft, Sony Playstation e PC. E non c’è bisogno di menzionare le ormai indispensabili, piattaforme di streaming online che ci hanno letteralmente salvato la vita durante la quarantena, come Netflix, Disney+, SkyNow… E i noleggi auto a lungo termine che includono tutto, senza alcun tipo di anticipo, come il servizio di Volvo.

Ma perché questo grande successo per una formula di fruizione di beni e servizi che diciamocelo, cozza con il bisogno viscerale di noi italiani di possedere le cose?

Non per nulla siamo un’eccezione in Europa per la preferenza stretta all’acquisto di un immobile residenziale vs la locazione. Si potrebbe pensare ad un vantaggio economico ma, conti alla mano, in generale si può dire che le formule “as-a-service” costano decisamente di più! Forse, la verità, è che l’occasione fa l’uomo ladro e la comodità e la semplicità di queste offerte ci hanno resi tutti più pigri oltre che aver alimentato quell’avversione al rischio del buon padre di famiglia che deve gestire l’economia domestica nel quotidiano. Posso ottenere un bene e servizio per un tempo determinato senza dovermi preoccupare della gestione, dell’assistenza, del riordino dei consumabili e dello smaltimento, o di dover rivendere un bene non più necessario. Se non bastasse, c’è il vantaggio di avere un canone fisso senza sorprese, che permette di pianificare le spese e gestire le uscite.

Lunga vita all’aaS!

Andrea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto