Notizia oramai già vecchia e ampiamente discussa, Microsoft diventa il terzo player mondiale dei videogiochi (dopo la cinese Tencent e Sony) comprando per 4 spicci (circa 69 Miliardi di dollari) Activision.
Non voglio soffermarmi sul fatto che i videogames sono ad oggi il mezzo di svago in assoluto più reddittizio, né sul fatto che un videogioco a tripla AAA ha budget spesso superiori a qualsiasi blockbuster americano al cinema. Ma vorrei analizzare una situazione, non così insolita, in cui la spina nel fianco di un’azienda possa, se ben gestita, diventare trigger di sostenibilità, almeno per un po’!
Microsoft e l’intrattenimento digitale
Microsoft è entrata nel mondo dei videogames decenni fa (i vecchi come me si ricorderanno di sicuro di perle come Microsoft Flight Simulator, Age of Empire…), per poi passare all’OS della Sega Dreamcast… quanto invidiavo il fratello del mio amico che la possedeva! Il botto però, è arrivato con il lancio della prima XBOX, primo progetto interamente Microsoft apparentemente di successo, con buoni tassi di vendita, ma pessimo in termini economici: ogni console veniva venduta in perdita di circa 75 USD. Da li poi le cose sono andate sempre abbastanza bene, certo con alti e bassi (Red Ring of Death), con il risultato però che oggi Microsoft è passato da colosso a colossissimo dell’intrattenimento digitale.
Microsoft compra Activision: da semplice fruitore non posso che gioirne pensando che sulla mia XBOX avrò probabilmente molta più scelta nel prossimo futuro. Ma probabilmente a chi mi legge di cosa faccio nel mio tempo (poco) libero, non interessa granché e tantomeno l’opinione di un non più giovane sui videogiochi. E invece credo sia molto più interessante analizzare questa manovra dal punto di vista della competizione in uno specifico mercato.
Activision, un player importante
Activision era uno dei principali studios al mondo per lo sviluppo e la pubblicazione di videogiochi su tutte le piattaforme più diffuse come console (Xbox, Playstation, Nintendo), su computer (PC windows e MacOS) e su dispositivi mobili e Cloud (Google Stadia). Come la scarsità di applicazioni è stata la morte di intere famiglie di prodotti (basti pensare ai Windows Phone, e magari ci farò un post…) la disponibilità ne decreta il successo.
Un utente compra una piattaforma in base alla disponibilità dei titoli che apprezza. Qui entrano in gioco sia le esclusive (giochi che esistono ed esisteranno solo per una piattaforma specifica, come Super Mario per Nintendo) o le esclusive temporali (giochi disponibili per una specifica piattaforma solo per un limitato periodo di tempo). Ovviamente chi produce e sviluppa videogiochi ha tutto l’interesse a rendere disponibile la propria creazione per il maggior numero di piattaforme possibili, in quanto spesso gli utenti ne hanno solo una e l’obiettivo è ovviamente di vendere il titolo a più persone possibili. Ma le proprietà delle piattaforme (Microsoft, Sony ed ecc…) a suon di mazzetti di milioni di dollari si prendono a mazzate per convincere il publisher a dar loro l’esclusiva… Fin qui tutto chiaro e lineare ma…
… se Microsoft s’è pappata Activision, Sony non avrà più i suoi videogiochi?
Probabilmente questo scenario apocalittico non s’ha da avverare, almeno nel breve periodo. Activision senza Sony non campa e il mondo videoludico non accetta un’unica soluzione… pertanto se Microsoft vuole far sì che il suo pesante investimento non divenga un buco nero di risorse, non cambierà le politiche di rilascio e distribuzione dei prodotti marchiati Activision.
Sarebbe un danno notevole per microsoft perdere quel fatturato come lo sarebbe per Sony perdere quei titoli, da questo stallo alla messicana nessuno ha interesse ad uscire… garanzia di lunga vita per entrambi!
Talvolta, dall’esistenza del nostro più acerrimo nemico, dipende la nostra stessa esistenza. Lunga vita ai nemici!!