Andrea Albertini

ovvero come *non* condividere PoV in rete

Né agitato, né mescolato. Da oggi pure James potrà dire stampato.

Le stampanti 3d non sono più un mistero per molti, e non solo per chi ci ha a che fare per motivi di lavoro o per chi si esalta per l’arte della creazione dal nulla. Le stampanti 3d sono oramai indispensabili anche per creare oggetti che usa anche Marino il calzolaio di Civitavecchia tutti i giorni, perché qualsiasi oggetto o utensile necessita di un prototipo a basso costo. Ma anche per noi comuni mortali, per la vita di tutti i giorni una stampante 3d potrebbe risolvere grandi piccoli dilemmi: chi non hai pensato a stamparsi in casa il mattoncino lego perduto? Chi non vorrebbe poter sostituire facilmente il supporto di plastica rotto che tiene in piedi il pensile? E sono certo che c’è qualcuno, a cui va tutta la mia stima, che cerca disperatamente un portacellulare o forma di naso di Pierò Pelù, e una semplice stampante 3d darebbe risposta a questo impellente bisogno artistico… Ma oggi si va oltre, la tecnologia viene in aiuto agli amanti dei drink come me e come la mia amica Claudia, agli alcolisti in erba, ai curiosi ebbri e ai fedeli del dio Bacco. Grazie a Cana sarà possibile “stamparsi” la propria bibita preferita (preferibilmente con dello spirito…) con semplicità!

Una stampante molecolare che è in grado di riprodurre infinite possibilità di bevande alcoliche o analcoliche con semplicità! Ma come funziona questa meravigliosa meraviglia? Beh, al posto dei filamenti plastici usati solitamente dalle stampanti 3d, Cana fornirà delle cartucce contenenti i composti base per le bevande. La stampante unirà questi composti con acqua e “talvolta” alcol, nelle giuste quantità e modalità, per ottenere la bevanda desiderata.

Pare che l’azienda stia inoltre creando partnership con diverse aziende, per portare all’interno della propria stampante la possibilità di ricreare bevande di marchi noti. Vedremo dove riusciranno ad arrivare, ma la scelta è assolutamente corretta in un mondo in cui il concetto di piattaforma e di ecosistema sono ala base del successo.

Il progetto di Cana si aggiunge a tanti altri esperimenti, alle volte riusciti, altre meno, di ricreare alimenti anche molto complessi in termini di struttura e consistenza, come la pregiatissima carne Wagyu.

A questo punto mi chiedo, siamo partiti stampando immagini su carta e riproducendo audio e video su altoparlanti e schermi. E ora stampiamo oggetti, bibite e carne. Dove arriveremo? Ovviamente un tal quesito esistenziale è accompagnato da un bel gin tonic, sulla mia poltrona preferita, nella mia casa, tutto stampato 3d!

Andrea

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